Terna Milano Poli Tech Lab Presentation Day 021
In prima linea

Quando transizione energetica e formazione parlano la stessa lingua

Raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione entro il 2050, affrontando sfide sistemiche e l'elettrificazione di nuovi settori, richiede lo sviluppo di competenze innovative. Parla il professor Maurizio Delfanti.

La transizione verso un futuro sostenibile non è solo una necessità ambientale, ma anche una sfida tecnologica epocale che richiede innovazione, nuove competenze e una visione strategica a lungo termine. Mentre il Paese si muove con decisione verso gli obiettivi di decarbonizzazione fissati a livello europeo, nascono nuove domande sul futuro: quali sono le sfide più urgenti che il nostro sistema elettrico dovrà affrontare nei prossimi anni? Come possiamo formare i talenti necessari per gestire questa trasformazione? E quali frontiere della ricerca determineranno il nostro futuro energetico?

Ne abbiamo parlato con il professor Maurizio Delfanti, del Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano, direttore del Master in "Innovazione nei Sistemi Elettrici per l’Energia" nell’ambito del PoliTechLab, la nuova Rete Politecnica di Alta Competenza promossa da Terna in collaborazione con i Politecnici di Bari, Milano e Torino.

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Presentazione della prima edizione del Master di II livello in "Innovazione nei sistemi elettrici per l'energia", promosso da Terna insieme ai Politecnici di Milano, Bari e Torino nell'ambito del PoliTech Lab (foto Terna)

La transizione energetica è un tema centrale a livello globale. Dal suo punto di vista, quali sono le sfide tecnologiche più urgenti che il sistema elettrico italiano dovrà affrontare nei prossimi 5-10 anni per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, e come può la ricerca accademica contribuire a superarle?

«La transizione energetica ci pone davanti a sfide tecnologiche su cui la ricerca – nazionale e internazionale – può dare un contributo fondamentale. Per sfruttare in modo efficiente le fonti rinnovabili sono necessari sistemi di produzione e accumulo sempre più efficaci. Parallelamente, dobbiamo concentrarci sull’integrazione di questi nuovi sistemi nella rete, sviluppando tecnologie innovative per la trasmissione e la distribuzione. Un altro aspetto fondamentale riguarda il coinvolgimento dei vari attori di mercato.

Dobbiamo rendere il sistema elettrico capace di accogliere non solo nuove produzioni, ma anche nuovi soggetti. La ricerca può contribuire a superare queste sfide su diversi livelli. Le sfide tecnologiche vengono affrontate prevalentemente a livello internazionale, mentre per quanto riguarda quelle sistemiche, l'apporto della ricerca italiana è particolarmente importante. Il nostro Paese ha una forte tradizione e specificità che rendono cruciale il contributo di numerose accademie e centri di eccellenza, e non mi riferisco solo ai tre Politecnici italiani».

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Oltre alle sfide tecnologiche, il settore dell’energia necessita di competenze specifiche per raggiungere gli obiettivi della transizione energetica. Come si colloca in questo contesto il nuovo master?

«Per affrontare le sfide che abbiamo descritto, e per avere un sistema energetico sempre più decarbonizzato servono nuove competenze. La decarbonizzazione si basa fortemente sull’elettrificazione e ciò rende necessario un maggior uso del vettore elettrico. Di conseguenza, cresce la richiesta di nuove figure professionali, in particolare di ingegneri elettrici, e di una formazione di base incentrata proprio sui sistemi elettrici.

L’iniziativa del Master in “Innovazione nei Sistemi Elettrici per l’Energia” nasce per rispondere a questa necessità. L’obiettivo è quello di formare un numero crescente di professionisti con competenze sui sistemi elettrici. Il master fa riferimento a quattro categorie di esperti: alcune più focalizzate sugli aspetti tecnologici e di asset management, altre più concentrate sugli aspetti di sistema e di mercato. La competenza forte sui sistemi elettrici è il tratto comune.

Questo master universitario ha la peculiarità di essere un’iniziativa congiunta di tre prestigiose sedi universitarie, come i tre Politecnici di Torino, Bari e Milano, e prevede, a fine percorso, il rilascio di un diploma unico per le tre accademie. Questo dimostra la forte integrazione del percorso formativo a livello universitario tra i Politecnici e con Terna, promotrice del Master».

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Una puntata speciale del vodcast di Will Media "Watt's Next" dedicata al nuovo Master. Da sinistra, il professor Maurizio Delfanti del PoliMI; l’ingegnere Valeria Miranda, che lavora nella Direzione strategie di sviluppo e rete di dispacciamento di Terna; l’ingegnere Maria Rosaria Guarniere, direttrice Ingegneria e realizzazione di progetto di Terna; Guglielmo Paternesi di Will Media (foto Terna)

Il suo ruolo di Direttore del master si inserisce, appunto, in un contesto di stretta collaborazione tra università e industria. Quali sono, a suo avviso, le potenzialità di questo modello di partnership?

«L’accordo siglato dai tre Politecnici e Terna prevede diverse attività che vanno oltre la didattica. Includono, infatti, anche ricerca e trasferimento tecnologico. La scelta di Terna di avvalersi delle competenze dei tre Politecnici, con la loro vocazione esclusiva per le discipline tecnologiche, dimostra l’importanza di un approccio integrato.

Le potenzialità di questa partnership sono molto ampie. Si va dalla ricerca tecnologica per lo sviluppo di nuove soluzioni per le linee di trasmissione, alla ricerca sistemica per una migliore integrazione delle diverse fonti di produzione. Sono possibili anche attività legate alla gestione del sistema elettrico, come il dispacciamento di un parco di generazione dominato dalle rinnovabili».

«L'idea vincente è mettere alla prova i nuovi filoni di ricerca direttamente con le necessità operative di Terna, che si confronta prima di altri con nuove sfide, in virtù del suo ruolo di TSO all’avanguardia a livello europeo. Ad esempio, con le tecniche di previsione della produzione da rinnovabili che impiegano l’intelligenza artificiale, o con la ricerca di materiali e soluzioni che diano maggiore resilienza alle reti in un contesto di cambiamento climatico».

Maurizio Delfanti Direttore del Master in “Innovazione nei Sistemi Elettrici per l’Energia”

Considerando il suo background accademico e la sua esperienza, tra le nuove frontiere della ricerca applicata nel settore energetico quali, a suo parere, avranno maggiore impatto nel breve e medio termine?

«I temi di ricerca con cui dobbiamo confrontarci nel medio termine sono legati alla gestione delle fonti rinnovabili, per loro natura intermittenti. Oggi gestiamo la variabilità giornaliera, ad esempio tra il giorno e la notte per il fotovoltaico, grazie ai sistemi di accumulo. La sfida futura sarà affrontare l’intermittenza di tipo stagionale, ovvero l’eccesso di rinnovabili nei mesi estivi e la loro carenza in inverno. Per questo, la ricerca sulla gestione dell'energia a lungo termine (power to X; long duration energy storage; flessibilità) è, a mio parere, il tema più critico dal punto di vista tecnologico.

Sul fronte sistemico e di mercato, il coinvolgimento degli utenti, come ho anticipato, rimane una sfida fondamentale. La ricerca si dovrà misurare con la necessità di rendere il carico e la produzione più flessibili attraverso la demand response e una maggiore responsabilizzazione dei produttori da rinnovabili, in modo da gestire al meglio le dinamiche comportamentali».

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Con una visione più ampia e strategica di lungo periodo, quali aspetti chiave si dovrebbero, secondo lei, tenere maggiormente in considerazione per raggiungere gli obiettivi nazionali ed europei di net zero?

«Quando guardiamo al futuro, con l’obiettivo della neutralità carbonica fissato per il 2050, l’ampiezza delle sfide tecnologiche aumenta. Se per il 2030 le soluzioni sono in gran parte già disponibili, per il 2050 sarà necessario mettere in campo innovazioni tecnologiche.

Per esempio, dovremmo guardare alla cattura diretta della CO2 dall’atmosfera e a come intervenire in settori industriali e dei trasporti "hard to abate", come la produzione di acciaio e cemento, o il trasporto aereo e marittimo. L’obiettivo è favorire l’impiego del vettore elettrico anche in questi ambiti.

A livello europeo, le strategie di pianificazione energetica indicano un fiorire di diverse tecnologie possibili. Per questo, è fondamentale non precludersi alcuna via e lasciare aperte tante opzioni. La ricerca, anche quella di base sui fondamentali tecnologici, ha un ruolo cruciale in questa fase di esplorazione, che si proietta su un orizzonte di 20-25 anni».

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Delfanti durante il live di "Watt's Next" nel quartier generale di Terna, a Roma (foto Terna)