Insieme ai parametri finanziari a salire sarà anche il dividendo. La politica stabilita dalla società prevede che dal 2020 al 2022 la cedola crescerà dell’8% rispetto a quella prevista sugli utili del 2019. Nei due anni successivi invece, il payout sarà del 75%, con un dividendo minimo garantito pari al dividendo di competenza dell’esercizio 2022.
A dare una base solida alle stime di crescita di Terna arrivano poi i numeri contenuti nel bilancio del 2019 che hanno spinto il Ceo Luigi Ferraris a esprimere tutta la sua soddisfazione: "Sono molto soddisfatto dei risultati conseguiti nel 2019, tutti in significativa crescita, a chiusura di un triennio caratterizzato da una trasformazione epocale del settore energetico in Italia, in Europa e nel mondo, verso la completa decarbonizzazione e il pieno utilizzo delle fonti rinnovabili", ha affermato l’Ad.
L’anno scorso si è chiuso con un forte aumento dell’utile netto, salito del 7,2% a 757 milioni di euro, e con ricavi a quota 2,295 miliardi in rialzo del 4,5% rispetto al 2018. Un risultato, spiega la società, dovuto principalmente all'incremento dei ricavi delle attività regolate in Italia e al crescente contributo del Gruppo Tamini e delle iniziative all'estero (Brasile e Uruguay).
Buone notizie anche sul fronte della redditività, con l’Ebitda che si attesta a 1,74 miliardi di euro, in crescita del 5,5% rispetto all’esercizio precedente, e l’Ebit a quota 1,062 miliardi dai 997,7 milioni del 2018. In lieve aumento l’indebitamento finanziario netto, passato dai 7,899 miliardi del 2018 agli 8,258 miliardi del 2019 anche a causa della forte spinta data agli investimenti, che in un solo anno sono saliti del 15,9% a 1,264 miliardi. Per contro, occorre sottolineare inoltre la crescita del patrimonio netto, salito da 3,850 a 3,981 miliardi.
Sul 2019 il cda ha proposto un dividendo pari a 24,95 centesimi di euro per azione (di cui 8,42 centesimi già pagati quale acconto e 16,53 centesimi quale saldo a giugno 2020), in crescita dai 23,32 centesimi del 2018.